mercoledì 11 maggio 2016

Vini abruzzesi: iniziamo dalle basi

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Il vino bianco più famose d’Abruzzo è ilTrebbiano,  il rosato il Cerasuolo, il rosso suà maestà il Montepulciano. Tre vini rappresentativi dell’esperienza enologica di un territorio nel solco della tradizione, della sperimentazione, ma anche e soprattutto della certificazione della zona di origine e del corretto invecchiamento. I controlli vengono effettuati sulla qualità del vitigno, delle uve pregiate prodotte, ma un contributo importante alla qualità è da assegnare alla morfologia del territorio e al suo clima ideale per la produzione di vino.

Il trebbiano

Del vitigno Trebbiano in Abruzzo vi è testimonianza sin dal XVI secolo quando Andrea Bacci lo citò nella sua opera “De naturali vinorum historia” , segnalando la presenza nel Fucino e nell’area Peligna di un vino ottenuto da uve Trebulanum.

Trebbiano d'Abruzzo 
Le uve destinate alla produzione del Trebbiano d’Abruzzo vengono ottenute unicamente da vigneti ubicati in terreni collinari o di altopiano. È un vitigno a germogliamento medio-tardivo che in Abruzzo ha trovato un ecosistema ideale, ottenendo risultati rilevanti sia con vini giovani che con vini di straordinaria longevità ottenuti con la fermentazione in botti di rovere.
È di colore giallo paglierino intenso, l’odore è caratteristico, intenso e delicato, il sapore è  asciutto, vellutato, con retrogusto gradevolmente mandorlato.

Il Montepulciano

Il Montepulciano, tra i primi tre vini DOC prodotti in Italia, è il  più importante vitigno rosso in Abruzzo prodotto nelle province di Chieti, L’Aquila, Pescara e Teramo. Ottenuto unicamente da vigneti ubicati in terreni collinari, è presente sin dalla metà del ‘700 nella Valle Peligna (L’Aquila) e nelle colline teramane.
L’uva Montepulciano è presente in Abruzzo da tempo immemore, ma solamente dal XVII secolo si inizia a chiamare quest’uva con il nome attuale. L’origine  sembra essere comune alle altre tipologie a bacca nera derivanti dalla Grecia.

Uva Montepulciano
Si ha notizia di produzione e commercializzazione di “vino Montepulciano” fin dal 1821 nella vallata del Pescara (presumibilmente nella zona di Tocco da Casauria – Bolognano dove risiedeva la famiglia Guelfi).
È un vitigno vigoroso e tardivo dalle caratteristiche organolettiche interessanti: se bevuto giovane è di immediata piacevolezza, mentre dimostra di qualità superiore se maturato a lungo, come avviene per la maggior parte dei prodotti di fascia alta per la versione Riserva.
Il Montepulciano giovane sopporta grigliate di carne. I vini più vecchi sono comunque preferibili con carni rosse, pezzature nobili di bovino,con formaggi  a stagionatura crescente. Dalla vendemmia 2003 alla sottozona “Colline Teramane” è stata concessa la DOCG (Denominazione di Origine Controllata e Garantita) la cui produzione è consentita nella provincia di Teramo.
All’interno della DOC Montepulciano d’Abruzzo, già dal lontano 1968, è contemplata anche la tipologia Cerasuolo, (“cirasce” in dialetto abruzzese significa ciliegia), ma con una diversa tecnica di vinificazione che avviene in bianco e con il metodo, antico e diffuso nelle campagne abruzzesi, di macerazione in presenza delle bucce. 

Il Cerasuolo

Utilizzando una diversa tecnica di vinificazione rispetto a quella del Montepulciano, ossia limitando il periodo di fermentazione in presenza delle bucce a poche ore oppure mediante una vinificazione “in bianco”, si ottiene il rosato Cerasuolo.
Questo vino caratteristico di colore rosso ciliegia, dal profumo particolarmente piacevole ed affascinante, fruttato, fine ed intenso, con retrogusto mandorlato. Il colore è un rosso detto, il sapore è secco e va da sentori di mandorla a frutti rossi.
E dopo l'enunciazione di questi vini tipici abruzzesi non resta altro che scegliere la giusta etichetta.
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